HUB MILITARE AEREO NAZIONALE E GUERRA PLANETARIA

Prof. Massimo De Santi, fisico nucleare

Presidente CIEP- Comitato Internazionale di Educazione per la Pace

Intervento all’assemblea pubblica del  3 Dicembre 2010 a Pisa

PREMESSA

Sono passati quasi 80 anni da quando fu scoperta in Italia da Enrico Fermi la fissione nucleare e 65 anni dallo sganciamento da parte degli USA della bomba atomica sul Giappone a Hiroshima e Nagasaki.

Dopo la fine della seconda guerra mondiale e sulle ceneri nucleari ancora fumanti nacquero le Nazioni Unite nel cui preambolo si afferma che dobbiamo preservare le future generazioni dal flagello della guerra. Ma paradossalmente dobbiamo constatare che oggi l’umanità non solo non è più sicura di prima, ma anzi le popolazioni civili sono colpite dalle guerre più di quanto non lo siano state nella prima e nella seconda guerra mondiale. Di fatto stiamo vivendo una vera e propria terza guerra mondiale che va avanti per fasi e che in questi ultimi anni ha subito una spaventosa accelerazione progressiva.

LA GUERRA PLANETARIA

Dopo la caduta del muro di Berlino e la nascita del mondo unipolare a guida USA, nel 1991 con la guerra del Golfo in Iraq si può datare l’inizio della prima fase della guerra planetaria che si è ulteriormente estesa nella sua seconda fase esordita con la “guerra preventiva” in Afganistan. Si tratta di guerre cinicamente attivate per conquistare le ultime grandi riserve di petrolio e di gas, al fine di continuare a far funzionare il modello economico del capitalismo globalizzato ormai in piena crisi di sistema. Ed oggi, proprio a seguito di ciò, possiamo affermare che stiamo per entrare nella terza fase di tale strategia bellicistica attraverso i preparativi di attacco all’Iran, con la scusa che questo paese vuole costruire la bomba atomica, e alla Corea del Nord, in quanto paese che possiede l’arma atomica e che secondo gli USA minaccia la Corea del Sud.

La guerra all’Iran per la conquista dei grandi giacimenti di gas si sta preparando da parte degli USA, innanzitutto sul piano mediatico per delegittimare quel paese e ottenere il consenso dell’opinione pubblica mondiale, ma soprattutto attraverso una strategia di rinnovamento dell’apparato bellico militare e logistico USA-NATO.

Contro la Corea del Nord si sono svolte in questi giorni nel Mar Giallo grandi manovre navali congiunte tra USA e Corea del Sud a cui ha partecipato anche la portaerei americana Washington a propulsione nucleare, il cui intento apparente è proteggere la Corea del Sud da possibili ingerenze del Nord, mentre in realtà il Premio Nobel della Pace Obama vuole mostrare i muscoli anche in questa area del pianeta, per contenere l’espansione geo-strategica della Cina. Invece di far prevalere il dialogo e la saggezza della politica, ancora una volta gli Stati Uniti scelgono la strada del confronto anche militare e intanto la Corea del Nord ha piazzato i suoi missili sulle rampe di lancio e la Cina è in allarme.

In questo contesto l’orologio della guerra nucleare avanza. Le minacce ripetute all’Iran da parte di Israele e USA, e la crisi più grave dopo la seconda guerra mondiale tra le due Coree sono i segni che la terza fase della guerra mondiale è cominciata. Nessuno però ha il coraggio di annunciarla o dichiararla.

E l’ONU cosa fa? Vuole rimanere spettatore della catastrofe planetaria annunciata?

E poi ci sono le notizie allarmanti che giungono dai file scaricabili dal sito wikileaks che denunciano le ingerenze degli Stati Uniti d’America che, invece di proteggere il Palazzo di Vetro come luogo riservato delle negoziazioni internazionali, danno l’ordine attraverso il Segretario di Stato Hillary Clinton di spiare gli alti funzionari dell’ONU di vari paesi anche membri del Consiglio di Sicurezza e lo stesso Segretario generale, come se fosse pure lui un pericoloso sovversivo, e tutto ciò in disprezzo della Carta delle Nazioni Unite.

Da questi file si evince anche che c’era e c’è una volontà di attaccare l’Iran e la Corea del Nord e che ogni pretesto poteva essere buono per realizzare tale obiettivo.

Intanto Obama non sa fare altro che sminuire e coprire le proprie responsabilità, tratta di irresponsabile e pericoloso Julian Assange ideatore del sito di Wikileaks e istituisce una Task Force per bloccare o eliminare il sito e lo stesso Assange. E questo sarebbe il nuovo corso della politica estera americana?

Al punto in cui siamo arrivati, occorrerebbe invece la convocazione urgente del Consiglio di Sicurezza e che nel contempo il movimento contro la guerra si facesse sentire con forza prima che sia troppo tardi. In questo quadro ecco che invece gli USA-NATO decidono di realizzare un sistema di difesa missilistico; loro dicono in chiave antiiraniana, ma in realtà non è altro che una rivisitazione dell’antico progetto di scudo stellare di Reagan e antimissilistico di Bush, e per certi aspetti è anche più pericoloso, in quanto coinvolge intere aree del pianeta e in primis l’Italia. Col nuovo accordo siglato a Lisbona dai capi di stato e di governo dei paesi aderenti alla Nato, in Italia probabilmente saranno concentrate tutte le bombe nucleari Usa presenti in Europa. Quindi, dalle 90 testate nucleari già attualmente presenti, si passerebbe ad averne 200. Barack Obama stesso ha dichiarato che la NATO resterà un’alleanza nucleare, e ciò è in totale disprezzo del nuovo trattato di Non Proliferazione Nucleare che recentemente è stato siglato proprio negli Stati Uniti, alla sua presenza.

L’Europa e soprattutto l’Italia si troveranno dunque in prima linea in caso di guerra nucleare: a Napoli il quartier generale della forza congiunta e il comando marittimo delle forze navali NATO; a Sigonella in Sicilia il sistema di spionaggio elettronico Ags più sofisticato al mondo in chiave antimediorientale; a Niscemi sempre il Sicilia il sistema Muos di telecomunicazioni satellitari di nuova generazione della U.S. Navy; sempre in Italia e in altri paesi europei (Polonia, Romania, Bulgaria, ecc) la collocazione di rampe di missili a terra; i missili a bordo di navi USA dislocati nei nostri mari; e infine a Pisa il progetto di realizzare entro il 2013 l’Hub nazionale aereo militare che sarà messo a disposizione della Nato e del comando della Base militare Usa di Camp Darby. In questo modo l’ Italia diventerebbe addirittura la punta più avanzata nel Mediterraneo della strategia di guerra globale anche nucleare USA-NATO.

IL RUOLO STRATEGICO DELL’AREA MILITARE PISA-LIVORNO

Col progetto Hub nazionale aereo militare a Pisa transiteranno a partire dal 2013 tutti i militari e i materiali al seguito diretti dal territorio italiano ai teatri operativi in zone di guerra. Questa megastruttura collegata con le principali linee di viabilità (navale, ferroviaria e stradale) sarà in grado di ricevere aerei di grandi e medie dimensioni e potrà movimentare ogni mese fino a 36.000 militari perfettamente equipaggiati e 12.000 tonnellate di materiali anche pericolosi. Questa struttura una volta realizzata sarà anche messa a disposizione della NATO in caso di crisi internazionale. All’ areoporto di Pisa così potenziato potranno atterrare i giganteschi C-17 Globemaster III dell’Areonautica USA con una capacità di carico tre volte e mezza superiore a quella dei C-130J dell’areonautica italiana.

Non a caso recentemente, nella base militare USA di Camp Darby, base logistica più grande d’Europa e una delle più grandi del mondo, è stato costruito un grandissimo complesso di depositi per munizioni e di edifici per militari pari a una superficie equivalente a 7 campi di calcio. A questo si deve aggiungere il porto di Livorno già in parte militarizzato e dove possono attraccare anche sottomarini e navi nucleari. E poi ci sono i recenti lavori al canale dei Navicelli appositamente potenziato per consentire la navigazione di natanti più grandi dal porto di Livorno sino alla base di Camp Darby. E poi c’è l’interporto di Collesalvetti e la sua funzionalità logistica insieme all’industria Wass del Gruppo Finmeccanica localizzata a Livorno che produce sofisticati e potenti siluri che fanno gola al mercato internazionale delle armi. Tutto ciò, insieme al progetto dell’Hub Militare di Pisa, fa dell’area Pisa-Livorno un sistema integrato internazionale funzionale alle strategie delle prossime guerre globali.

Siamo di fronte a una minaccia per il mondo che noi dobbiamo respingere perché altrimenti ci renderemmo corresponsabili delle prossime guerre e dei prossimi crimini. Ma la nostra opposizione deve essere dettata anche da altre ragioni: l’Hub militare sconvolgerebbe la realtà territoriale ambientale, sociale ed economica di due importanti città toscane come Pisa e Livorno e della nostra stessa regione Toscana, andando anche contro l’articolo 11 della Costituzione che non prevede guerre di aggressione. Tutto ciò sta avvenendo nell’immobilismo talvolta compiacente delle amministrazioni comunali e provinciali e della stessa Regione che non hanno informato preventivamente le popolazioni di ciò che si stava tramando alle loro spalle e ora non stanno reagendo sufficientemente a questo nuovo progetto militare devastante e irresponsabile.

VERSO LA CATASTROFE NUCLEARE

Credo fermamente che se noi non riusciamo ad impedire la realizzazione dell’ Hub militare, non solo permetteremmo di sconvolgere oggi il nostro territorio, ma lasceremmo in eredità una pesante realtà che condizionerà il futuro di molte generazioni a venire e ci renderemmo corresponsabili delle prossime guerre che questa volta potranno condurci fino alla catastrofe nucleare, perché di questo si tratta. Non possiamo permettere che si aggiunga benzina sul fuoco, pensando di spegnere l’incendio. E se qualcuno si illude come sostiene la strategia USA-NATO che il mondo è di loro proprietà, si sbaglia di grosso. Sono certo che ormai siamo nella fase in cui molti esseri umani, coscienti che la catastrofe nucleare sarebbe per tutti, non accettano più di essere passivamente dominati. Disinneschiamo la miccia della macchina da guerra planetaria della distruzione prima che sia troppo tardi. Per questo dobbiamo dire oggi ai colonizzatori della guerra: resistenza, resistenza,resistenza!!!

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