Sull’ impatto ambientale dell’ Hub

Intervento all’assemblea pubblica del 3 dicembre 2010 a Pisa

Da Federico Giusti, Confederazione COBAS

A causa della presenza di basi militari si sono verificati, in passato, casi di inquinamento dell’ambiente: per esempio attorno alle basi di Aviano e dell’isola La maddalena o a Vicenza.

Ad Aviano la causa fu l’uso di un diserbante, il bromacile , impiegato per decenni nella base militare che sorgeva su terreni permeabili. A Vicenza attorno alle basi nascono gallerie e infrastrutture, come tangenziali, che non solo modificano profondamente il territorio ma lo distruggono a partire

dalle falde. E’ proprio quello che accadrà a Pisa, proprio a ridosso di quartieri densamente popolati come quelli s. Marco e s. Giusto e della stazione FFSS.

A conferma del pericolo per l’ambiente vi sono anche alcune sentenze del TAR Veneto che, per esempio, nel Giugno 2008 emetteva la sospensiva sul progetto Dal Molin. La questione dirimente è proprio la Vinca (Valutazione d’impatto ambientale) senza la quale non può esistere alcun progetto.

Qui a Pisa l’ impatto ambientale non è stato minimamente valutato eccezion fatta per un monitoraggio sull’inquinamento acustico da parte dell’Arpat che ha preso in esame i dati tra il 2008 e l’autunno 2009. L’attuazione della direttiva europea sul contenimento del rumore negli aereoporti comunitari non vale del resto per aereoporti militari mentre l’adozione di provvedimenti e restrizioni non può avvenire efficacemente senza cosiderare anche la produzione di rumore e inquinamento della struttura militare. Sul rispetto di questa normativa è troppo chiedere spiegazioni alla Regione e al Sindaco?

Arpat spiega che i voli militari sono un terzo di quelli civili ma con l’Hub il rapporto potrebbe invertirsi con gravi conseguenze per l’inquinamento acustico non controllabile poiché, come già detto, i voli militari non sono sottoposti ad alcuna limitazione.

L’ARPAT tuttavia ha richiesto al Comune e alla Regione Toscana di contenere i rumori degli aerei

militari ma i risultati sono stati non molto incoraggianti anche se nella sua relazione l’Arpat si dice soddisfatta dei risultati ottenuti. Bisognerebbe capire se la diminuzione dei rumori è dovuta a nuovi e sofisticati mezzi militari o al trasferimento in altre province delle esercitazioni militari e dei voli di ricognizione: attualmente questi dati coperti dal segreto militare .

Nel 2002 il Ministero dell’ambiente intervenne proprio per realizzare una barriera acustica a protezione delle case di via Carrareccia e via Cariola, quell’area che oggi dovrebbe essere interamente requisita , con abbattimento delle case, per ampliare l’hub.

Con l’ampliamento dell’Hub tutti i rilevamenti acustici dovranno essere rifatti e le simulazioni degli anni precedenti saranno incomplete a fronte di un ampliamento della base e l’intensificarsi della circolazione aerea. L’assenza del ministero delll’Ambiente e la sua subalternità al ministero della difesa (la Prestigiacomo in questi ultimi due anni ha drasticamente ridotto il numero dei tecnici a sua disposizione con tagli forsennati e privi di ogni logica) è un ulteriore motivo di preoccupazione.

Infatti, nonostante le prescrizioni e le richieste dell’arpat e della Regione Toscana (non abbiamo notizie di cosa abbia concretamente fatto il Comune di Pisa) nel dicembre 2009 non era ancora pronta la classificazione acustica aereoportuale in assenza della quale non è possibile alcun risanamento ambientale.

In assenza di valutazione di impatto ambientale e di classificazione acustica, come è possibile bandire l’asta per avviare i lavori dell’Hub??

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