Il TIRRENO sull’audizione del 14 gennaio 2011

Illustrato in Comune il progetto d’ampliamento dell’aeroporto militare
Hub militare, da marzo i lavori
Il generale Fort: nessun rischio d’inquinamento per la città

CARLO VENTURINI

PISA. «Il nuovo hub militare non porterà a Pisa 30mila soldati al mese, come si sta dicendo, né avrà ripercussioni sui livelli d’inquinamento né sulla viabilità».
Lo ha detto ieri il generale Stefano Fort, comandante della 46ª Brigata aerea in una audizione convocata dalla prima commissione consiliare del Comune, anche alla presenza dell’assessore Fabrizio Cerri. Quest’ultimo ha esordito dicendo: «Il Comune non deve dare nessuna autorizzazione per l’hub perché verrà costruito interamente sul demanio militare, ma di volta in volta esprimerà comunque il suo giudizio».
L’operazione hub – un investimento di oltre 60 milioni di euro che prevede la costruzione di due terminal e di una piazzola di sosta dei velivoli nell’aeroporto militare Dall’Oro – ha preso il via l’11 novembre scontro con la firma del ministro della Difesa Ignazio La Russa.
«Le fasi per il finanziamento, la costituzione e l’avvio delle attività dell’hub – dice Fort che era insieme al colonello Bruno Fratarcangeli, responsabile infrastrutture dell’aeronautica militare – sono tre e si concluderanno nel 2013. La prima fase riguarda l’acquisto di automezzi per il trasporto di merci ed uomini, montacarichi e nastri trasportatori. Ed è già partita con l’assegnazione delle gare».
«Il prossimo marzo – continua il generale – realizzeremo un piazzale per la sosta dei velivoli perché quello che c’è ora è del 1950 quando si preferiva sistemare i velivoli in piazzole a margherita, distanti cioè l’una dall’altra».
Subito dopo l’aeronautica procederà ai lavori del terminal per merci e uomini. «Verranno usate quattro palazzine, oggi fatiscenti, situate ad est dell’aeroporto militare ma comprese nel nostro spazio», ha detto Fort. Nessun esproprio dunque o allargamento in “terra civile”.
Il generale punta i riflettori su alcuni dubbi che erano circolati sia nel mondo dell’associazionismo che in quello delle amministrazioni comunali e provinciali. «Quando parliamo di un hub per circa 30mila militari, ci riferiamo ad un parametro di massima», dice l’ufficiale.
Sulla questione di un maggiore impatto ambientale ed urbanistico, Fort precisa: «I velivoli militari devono rispettare le stesse normative di quelli civili. Non vi sarà alcun aumento considerevole dei voli se non in momenti di picco, difficilmente prevedibili, in quanto collegati ad eventi calamitosi o cambiamenti dei nostri contingenti nelle zone operative».
Inoltre i nuovi edifici del terminal saranno dotati di pannelli solari ed è previsto l’amplio utilizzo di schermature anti rumore.
Il generale Fort smentisce poi le voci secondo cui il nuovo hub militare è congeniale all’ampliamento della base statunitense di Camp Darby: «Penso che gli americani abbiano saputo del nostro progetto dalla stampa, mentre l’hub militare potrà essere usato dai Paesi Nato secondo le procedure in vigore».

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Le ragioni del No all’Hub militare

Relazione di Manlio Dinucci all’Audizione della 1a Commissione Permanente del Consiglio Comunale di Pisa, 19 gennaio 2011

Prima di esporre le ragioni del Coordinamento No Hub, occorre ricordare quali sono le caratteristiche dell’aeroporto di Pisa.

CHE COS’E’ L’AEROPORTO DI PISA E QUAL E’ IL SUO TRAFFICO ATTUALE

L’ARPAT (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale in Toscana) così lo descrive nel suo studio “Monitoraggio acustico dell’aeroporto di Pisa a partire dal 2001” (20 novembre 2009): Continua a leggere

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Il Coordinamento No Hub ascoltato dalla Prima commissione consiliare

Il Coordinamento No Hub ascoltato dalla Prima commissione consiliare

Ieri mattina l’audizione in Comune. I movimenti: “L’Hub nè qui, nè altrove”

E’ stata ascoltata ieri mattina nella Prima Commissione Consiliare, la relazione del Coordinamento No Hub in merito al progetto di realizzazione di un centro militare presso il Dall’Oro di Pisa.

via [Pisanotizie] Il Coordinamento No Hub ascoltato dalla Prima commissione consiliare.

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[pisanotizie] Hub: a marzo 2011 al via i lavori

Lo ha annunciato il generale e comandante della 46/a aerobrigata Stefano Fort, relazionando davanti alla prima commissione del Consiglio Comunale di Pisa: “Il Ministero della Difesa ha scelto Pisa per la costituzione del nuovo Hub militare per la sua nevralgica posizione infrastrutturale e non per un’ ‘intesa’ con la base miliare americana di Camp Darby”

via Pisanotizie: Hub: a marzo 2011 al via i lavori.

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Su quell’incidente aereo taciute alcune notizie

LA CADUTA DEL C-130J

Su quell’incidente aereo taciute alcune notizie

«Dopo 13 mesi nessuna perizia», titola Il Tirreno (21 dicembre) a proposito dell’incidente del C-130J. Secondo l’inchiesta dell’Aeronautica fu un «errore umano» a provocarlo.

Viene però taciuta una informazione di non secondaria importanza. L’ha fornita il 24 novembre 2009 Flight International, una delle più autorevoli riviste internazionali di aeronautica: «Il Lockheed Martin C-130J dell’Aeronautica italiana, precipitato il 23 novembre, è stato identificato come il primo esemplare ad essere stato modificato in aereo cisterna», qualificato per «il rifornimento in volo dell’elicottero AgustaWestland AW101 e dell’aereo da combattimento Eurofighter dell’aeronautica italiana».

Il C-130J era stato modificato in cisterna volante con lo stesso kit di serbatoi usato sui C-130J dei marines Usa. I voli di prova e l’addestramento dell’equipaggio erano stati effettuati negli Stati Uniti.

L’aereo così modificato, dotato di serbatoi con 32.540 litri di carburante (cui se ne può aggiungere un altro di 13.600 litri), può rifornire in volo due caccia simultaneamente e, una volta a terra, può fornire carburante anche a veicoli da combattimento.

Tenuto conto che l’incidente, in cui è morto l’intero equipaggio, avrebbe potuto provocare una strage se l’aereo fosse caduto sull’abitato, penso sia diritto dei cittadini pisani sapere se è vero quanto documenta Flight International.

Anche in previsione del forte aumento dei voli militari: l’aeroporto di Pisa diverrà infatti Hub aereo nazionale delle forze armate, da cui transiteranno tutti i militari e i materiali diretti dal territorio italiano ai teatri operativi, e viceversa. Sarà attrezzato per ricevere, nel quadro della Nato, anche i giganteschi C-17 Globemaster dell’aeronautica Usa, la cui capacità di carico è oltre il triplo di quella dei C-130J dell’aeronautica italiana.

Manlio Dinucci

(Il Tirreno, 6 gennaio 2011)

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Assemblea Pubblica NoHub

L’Assemblea Cittadina NoHub si svolgerà al Circolo Alberone di S.Giusto, in via S.Agostino 199, a Pisa mercoledì 12 gennaio alle ore 21,15.

Tutti le persone interessate sono invitate.

NO ALL’HUB MILITARE SULLE NOSTRE TESTE

E’ stato deciso di realizzare all’aeroporto militare di Pisa l’Hub aereo nazionale delle forze armate, da cui transiteranno tutti i militari e i materiali diretti dal territorio italiano ai teatri operativi, e viceversa.

Questa megastruttura – collegata con le principali linee di viabilità (stradale, ferroviaria e navale) e in grado di ricevere aerei di grandi e medie dimensioni – potrà movimentare ogni mese 36mila militari perfettamente equipaggiati e 12mila tonnellate di materiali, inclusi carichi di merci pericolose.

L’Hub militare di Pisa, la cui capacità è eccessiva rispetto alle esigenze delle forze armate italiane, verrà messo a disposizione della Nato, soprattutto delle forze armate statunitensi presenti sul territorio con Camp Darby. Sarà usato anche dai giganteschi aerei cargo C-17 Globemaster, la cui capacità di carico è oltre il triplo di quella dei C-130J dell’aeronautica italiana.

Il progetto dell’Hub militare è già stato approvato dalle Commissioni difesa del Senato e della Camera, senza che sia stato fatto alcuno studio sulle sue implicazioni per il territorio di Pisa/Livorno. E’ possibile che un progetto di tale rilevanza venga imposto all’intera cittadinanza senza che essa sia stata minimamente consultata?

Si tace sul fatto che l’impatto ambientale dell’aeroporto di Pisa (un aeroporto a conduzione militare allargato al civile) è già oggi ai limiti della sostenibilità. Sempre più spesso gli aerei civili e militari sorvolano a bassa quota le zone abitate, incuranti dell’inquinamento acustico e chimico che provocano. Aumenta allo stesso tempo il pericolo di incidenti, come quello verificatosi nel novembre 2009. L’Hub militare accrescerà fortemente tale impatto.

Siamo di fronte a un progetto di ulteriore militarizzazione del territorio, da cui potranno trarre vantaggio alcuni settori economici, ma non la cittadinanza nel suo complesso.

L’Hub militare, che dovrebbe essere completato nel 2013, ha un costo stimato di circa 63 milioni di euro. A tale cifra si aggiungono però le spese per adeguare l’aeroporto alle esigenze dell’Hub. Occorre anzitutto «delocalizzare» 44 abitazioni da una zona limitrofa all’aeroporto (via Cariola e via Carrareccia). La spesa, prevista in 15 milioni di euro, graverà in gran parte sul bilancio civile dello stato e degli enti locali. E probabilmente non basterà a risarcire il valore reale degli immobili, la cui stima è stata affidata all’Agenzia del territorio di Pisa. E per le spese operative, una volta che l’Hub entrerà in funzione, occorreranno ben altre risorse.

Questo, mentre anche a Pisa si tagliano le spese per la scuola, l’università, la sanità e altri settori sociali.

Di tutto questo discuteremo nell’Assemblea pubblica che si terrà il 12 gennaio, alle ore 21, al Circolo Arci Alberone, Via Sant’Agostino 199, Pisa.

SIETE INVITATI

COORDINAMENTO NO HUB

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Incontro a Lucca il 13 gennaio 2011

L’incontro con le associazioni lucchesi della Scuola per la pace si terrà giovedì 13 gennaio, alle 17:30, nella saletta del Centro pari opportunità in Via Santa Giustina 21.

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Comunicato Stampa: Amato ( PRC-FDS)

No alla costruzione dell’ hub militare di Pisa.

Intendiamo opportuno ribadire, come già espresso dai nostri compagni a tutti i livelli, la nostra assoluta contrarietà  e l’opposizione del PRC alla costruzione del nuovo Hub militare di Pisa. Una scelta sbagliata e di ulteriore militarizzazione di un territorio già provato dalla presenza di Camp Darby. Una scelta fatta come sempre senza alcun coinvolgimento del territorio e dei suoi abitanti.
Pisa verrebbe così trasformata nella capitale degli aerei da combattimento e della guerra. Non di ulteriori basi e militarizzazione del territorio c’è bisogno, ma all’opposto, del suo contrario, a partire dalla chiusura di quello di Camp Darby.

Fabio Amato

Responsabile nazionale esteri PRC-FDS

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Un riarmo da un miliardo di euro

MARTEDÌ 07 DICEMBRE 2010 09:18

Il governo Berlusconi ha i giorni contati, ma prima di lasciare il potere ha voluto fare un ultimo regalino a Finmeccanica.

Con il silenzio-assenso delle opposizioni Nei giorni scorsi, nonostante le difficoltà finanziarie in cui versano le casse dello Stato, le commissioni Difesa di Camera e Senato hanno approvato in fretta e furia, e con il silenzio-assenso dell’opposizione Pd, un programma di riarmo del valore di quasi un miliardo di euro, buona parte dei quali finiranno alle aziende belliche del gruppo industriale guidato Pier Francesco Guarguaglini.

Il programma pluriennale di acquisizione armamenti, legato al crescente impegno bellico dell’Italia sul fronte di guerra afgano e alle esigenze strategiche della Nato, prevede una spesa complessiva di di 933,8 milioni di euro nell’arco dei prossimi quattro/nove anni.

Vediamo il dettaglio di quella che potrebbe essere l’ultima lista della spesa del ministro della Difesa, Ignazio La Russa.

200 milioni di euro sono destinati a fornire i nostri elicotteri da guerra A-129 Mangusta, operativi in Afghanistan, dei nuovi sistemi di puntamento Ots fabbricati dalla Salex Galileo di Finmeccanica, che consentiranno di colpire al meglio gli obiettivi ”nei nuovi scenari di impiego degli elicotteri, in situazioni caratterizzate da fluidità e indeterminatezza della posizione delle forze amiche e nemiche”. Nella stessa cifra è compresa una fornitura, sempre per gli elicotteri Mangusta, di nuovi missili anticarro Spike, di fabbricazione israeliana, che andranno a sostituire gli attuali missili Tow, meno potenti.

22,3 milioni di euro verranno spesi per l’acquisto di 271 mortai da 81 millimetri di nuova generazione, fabbricati all’estero, e del relativo munizionamento, prodotto invece negli stabilimenti di Colleferro (Roma) dell’azienda di armamenti italo-britannica Simmel Difesa. Pezzi d’artiglieria più precisi, destinati a ”elevare le capacità operative delle unità terrestri attualmente impiegate nei diversi teatri operativi” (leggi:

sul fronte afgano).

125 milioni di euro sono stanziati per la costruzione, alla Fincantieri di Genova, di una nuova unità navale della Marina militare con funzione di appoggio alle forze di incursori, ricerca e soccorso, destinata a sostituire la vecchia nave A-5306 Anteo. Sarà una nave da guerra, armata di cannoni e mitragliatrici, di quelle con i portelloni anteriori per lo sbarco di mezzi anfibi.

87,5 milioni di euro verranno spesi per dotare i sommergibili classe U-212 (il ‘Salvatore Todaro’, lo ‘Scirè’ e altri due in costruzione) di un nuovo siluro ‘pesante’ (6 metri lunghezza per 1,2 tonnellate), evoluzione dell’attuale modello A-184. A costruire questi nuovi missili subacquei sarà la Whitehead Alenia Sistemi Subacquei (Wass) di Livorno, del gruppo Finmeccanica.

63 milioni di euro serviranno a realizzare, presso l’aeroporto militare di Pisa, un grande ‘hub’ aereo militare nazionale ”dedicato alla gestione dei flussi, via aerea, di personale e di materiale dal territorio nazionale per i teatri operativi”. In pratica, si tratterà della più grande base aera della Nato d’Europa, destinata a funzionare come piattaforma logistica di tutte le future missioni militare alleate all’estero.

236 milioni di euro sono stati stanziati per creare una rete informatica militare sperimentale, detta Defence Information Infrastructure (Dii), ”necessaria per la trasformazione net-centrica dello strumento militare, elemento essenziale ed abilitante per la pianificazione e la condotta delle operazioni”. Un progetto che vede coinvolta, tra gli altri, la Elsag Datamat, altra azienda del gruppo Finmeccanica.

200 milioni andranno infine all’AgustaWestland di Finmeccanica per l’acquisto di dieci nuovi elicotteri Aw-139: velivoli militari di soccorso da utilizzare in operazioni all’interno del territorio ”nazionale o limitrofo”.

Enrico Piovesana

http://it.peacereporter.

net/articolo/25227/Un+riarmo+da+un+miliardo+di+euro

7 dicembre 2010

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Prima assemblea pubblica

Il 3 dicembre si è svolta a Pisa, nella sala della stazione Leopolda, la prima assemblea pubblica del Coordinamento sul tema «Perché diciamo no all’Hub militare all’aeroporto Dall’Oro». Folta la partecipazione, soprattutto di giovani, proveniente anche da Livorno e altre province.

Nelle relazioni di apertura e in vari interventi sono state spiegate le ragioni dell’opposizione al progetto di realizzare all’aeroporto militare di Pisa l’Hub aereo nazionale delle forze armate, da cui transiteranno militari e materiali, compresi quelli di Camp Darby, diretti dal territorio italiano ai teatri operativi e viceversa.

La realizzazione dell’Hub militare è stata decisa in base a un atto di governo, su cui le commissioni difesa del Senato e della Camera hanno espresso parere positivo. Nessuno ha consultato la cittadinanza su un progetto di tale rilevanza, che comporta una ulteriore militarizzazione del territorio Pisa-Livorno, l’aumento del già grave impatto ambientale dell’aeroporto, altre spese militari mentre si tagliano le spese per l’università, la scuola, la sanità e gli altri settori sociali.

Da qui la necessità di una mobilitazione di cittadini che, in base a varie motivazioni, sono contrari alla realizzazione dell’Hub militare. Ad essa contribuisce la campagna di informazione e opposizione, che il Coordinamento intende sviluppare ulteriormente, dai quartieri agli ambienti di lavoro, dall’universià alle scuole, dalla città al piano nazionale e internazionale.

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